La FIA ammette: "Nel 99% dei casi non c'è bisogno di intervenire".

F1 News

14 dicembre 2022 A 15:06
Ultimo aggiornamento 14 dicembre 2022 A 15:58
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La FIA ha ammesso l'uso scorretto della bandiera nero-arancio durante la stagione 2022, riporta Motorsport-week.com. Il sito della FIA riporta che il direttore tecnico Nikolas Tombazis ha ammesso che la prossima stagione la situazione dovrà essere affrontata in modo diverso.

La bandiera nero-arancio viene utilizzata quando un pilota guida con danni all'auto che potrebbero rappresentare un pericolo per gli altri piloti. Ad esempio, le parti danneggiate possono cadere dall'auto o l'auto non è più sufficientemente stabile sulla pista per terminare la gara in sicurezza.

L'anno scorso il sistema ha suscitato critiche. In totale, la bandiera è stata utilizzata sei volte nella scorsa stagione, comprese tre volte per Kevin Magnussen. Il team Haas non era ovviamente contento di questo, in quanto costringeva il danese a fare dei pit-stop che secondo il team non erano necessari. Una controversia ancora più grande si è verificata quando Fernando Alonso ha ricevuto una penalità di tempo per uno specchietto allentato dopo la gara di Austin, che lo ha fatto retrocedere di diverse posizioni. Solo quattro giorni dopo la gara, la decisione è stata ritirata.

Rimane complicato

Tombazis riconosce ora che la FIA è stata un po' troppo entusiasta nell'applicare la bandiera. "Ci siamo accorti a posteriori che ad alcune auto non era stata mostrata la bandiera", dice Tombazis. "A Baku c'è stata una situazione in cui un'auto che non avrebbe dovuto entrare in pista ma lo ha fatto. In quel caso abbiamo sbagliato. Credo che questo abbia creato una reazione un po' eccessiva, in cui abbiamo iniziato a ritenere le auto non sicure anche quando erano al limite, diciamo, quindi siamo andati nella direzione sbagliata e abbiamo preso delle misure correttive dopo gli Stati Uniti".

"È difficile, ovviamente", ha continuato Tombazis. "Continueremo a mettere la bandiera nera e arancione a un'auto con gravi danni strutturali, come Hamilton a Singapore, ad esempio, quando la sua ala stava raschiando il pavimento. Ma nel 99% dei casi i team portano le auto ovunque da soli e questo elimina la necessità di intervenire".